LA VISIONE

“Semina un pensiero e raccoglierai un’azione, semina un’azione e mieterai un’abitudine, semina un’abitudine e mieterai un carattere, semina un carattere e mieterai un destino.” 

(C. Reade)

Da amante della montagna e della natura, ho scelto questa immagine perché mi trasmette un senso di grande libertà. E, a mio parere, la libertà è un concetto chiave per chi svolge la mia professione: infatti, qualsiasi sia il disturbo o il problema che ci affligge, esso ci priva proprio di quella libertà che sta alla base del benessere di ogni individuo. Libertà di muoversi e di essere autonomi, libertà di vivere pienamente la nostra vita, libertà di avvicinarsi agli altri e creare rapporti significativi, libertà di scegliere ciò che è più giusto per noi. La perdita della libertà induce sofferenza, riduce l’autostima e blocca le potenzialità di sviluppo di una persona. Pertanto, missione e obiettivo ultimo di chi esercita la professione di Psicologo deve essere proprio aiutare il paziente a recuperare la libertà perduta.

All’interno della Psicologia, intesa come pratica clinica, esistono diversi orientamenti, anche molto diversi tra loro sia per presupposti teorici che per modalità di intervento. Personalmente mi sono specializzato in quella che viene denominata psicoterapia ad indirizzo Cognitivo-Comportamentale.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) è una delle più diffuse e moderne psicoterapie per la cura di svariati disturbi psicopatologici. È stata sviluppata originariamente negli anni Sessanta, principalmente a partire dagli studi di Aaron Beck. Il termine "cognitivo" si riferisce a tutto ciò che accade internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, ecc. Il termine "comportamentale" si riferisce invece ai comportamenti manifesti (azioni e condotte) da parte del soggetto. È una terapia direttiva, adattata al trattamento individuale, di coppia e in gruppo e di durata relativamente breve, dove il terapeuta identifica obiettivi concreti, istruisce il paziente ed assume un ruolo attivo di confronto e di modellamento, fornendo visioni alternative del problema e strategie più efficaci di gestione dello stesso, permettendo così di evidenziare e rinforzare cambiamenti e miglioramenti. Essa è finalizzata a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di facilitare la riduzione e l'eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico, interrompere i circoli viziosi, facilitare una più corretta regolazione ed espressione delle emozioni. A differenza di altre psicoterapie, la TCC si focalizza prevalentemente sul presente cioè si orienta alla soluzione dei problemi attuali, senza tuttavia ignorare la storia di vita del paziente, ma utilizzandola esclusivamente a scopo esplicativo. Inoltre, la TCC poggia su una base sperimentale e su un rigoroso metodo scientifico e la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicopatologici è stata convalidata empiricamente da una gran mole di studi internazionali.

"Dal mio punto di vista la psicoterapia non è solo lacrime e sofferenza e lo psicoterapeuta non è un austero "maestro". La psicoterapia è anche sdrammatizzazione, distensione, momenti di leggerezza...perché rimango fermamente convinto che un sorriso apre molte porte e una sana risata è meglio di qualunque ansiolitico."