Da diversi anni è in atto un ampio dibattito scientifico sulla classificazione nosologica della dipendenza sessuale: gli esperti si domandano se sia collocabile all’interno del disturbo ossessivo-compulsivo o del disturbo del controllo degli impulsi. Tuttavia, all’interno del Dsm-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali), non è stata inclusa la categoria hypersexual disorder. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha invece classificato l'eccessivo desiderio sessuale come un disturbo mentale, nello specifico, nella classificazione ufficiale, chiamata ICD-11, nell'elenco “disordini mentali, comportamentali o dello sviluppo neurologico”, tra i disordini riguardanti il controllo degli impulsi troviamo proprio il “disturbo del comportamento sessuale compulsivo”. L'incapacità di controllare i proprio impulsi sessuali o comportamenti sessuali ripetitivi è l’elemento centrale di questo disturbo, si manifesta per lunghi periodi, come sei mesi e più, e provoca un marcato disagio nella persone, con conseguenti ricadute sulla sfera privata, sociale, familiare, professionale ed educativa. La nozione di dipendenza sessuale (o ipersessualità) a volte è confusa con la normale, positiva, piacevole ed intensa sessualità goduta dalla popolazione normale o con la semplice alta frequenza di rapporti sessuali. Alcune persone vivono degli eccessi sessuali ma sono in grado di gestirli. I dipendenti dal sesso hanno invece perso il controllo sulla propria capacità di dire no e di scegliere. Non è, quindi, il tipo di comportamento che definisce la dipendenza, ma la percezione di incontrollabilità. Tutti i tipi di comportamento, sessuale o non, che normalmente sono da considerarsi innocui o, se moderati, potenzialmente positivi per il benessere dell’individuo, possono diventare oggetto di dipendenza: il problema è definito, infatti, dalla relazione della persona con quel particolare atto.
Alla base di qualsiasi dipendenza vi è un comportamento che serve ad alleviare momentaneamente l’angoscia e il senso di vuoto, che aiuta a fuggire e a dissociarsi dallo stress, dal disagio emotivo, dal dolore di condizioni sottostanti che possono essere la depressione, l’ansia o traumi psichici irrisolti. Il desiderio di fuga e di dissociazione è centrale in tutte le dipendenze (alcol, droghe, sesso, shopping compulsivo, gioco d’azzardo, ecc.) e l’attuazione del comportamento offre alla persona una gratificazione temporanea, dando così origine a un circolo vizioso in cui il soggetto, sebbene sia talvolta in disaccordo con l’atto stesso e provi ad avere maggiore autocontrollo, non riesce a rinunciare all’azione compulsiva. Il comportamento sessuale compulsivo, dunque, è una strategia utilizzata per alleviare le emozioni negative e generarne di positive. Alcune persone descrivono la propria dipendenza come una sorta di anestetico: un modo per attenuare gli eventi difficili. Quando, però, l’effetto anestetico si esaurisce, la persona, spesso, sperimenta emozioni negative come rabbia, senso di colpa, tristezza o vergogna; per cercare, quindi, sollievo da queste sensazioni negative, viene avvertita di nuovo la pressione o l’urgenza di trovare un distacco dalla realtà attraverso i comportamenti sessuali. Manifestazioni comuni del disturbo, chiamate sexual addiction, includono l’utilizzo ricorrente della pornografia, la masturbazione compulsiva, rapporti con molti partner diversi, la prostituzione, il sesso telefonico, il cybersex. Il comune denominatore di questi comportamenti, che possono esprimersi con tale intensità da essere addirittura devastanti per l’equilibrio psicosociale di chi ne è colpito, è la presenza di pensieri ossessivi circa le fantasie e le condotte in questione e il loro carattere impulsivo e/o compulsivo. Alcune persone arrivano a compromettere significativamente le proprie relazioni sentimentali e sociali, deteriorando quelle già presenti o non riuscendo più ad instaurarne di nuove. Altri, dediti alla pornografia e alla masturbazione compulsiva, arrivano a non provare più alcun interesse per i rapporti sessuali “normali”, cioè con persone reali. Altri ancora possono dilapidare ingenti somme di denaro in chat erotiche e prostituzione con conseguenti pesanti ripercussioni sul proprio bilancio economico personale e famigliare.
Una causa certa a cui far ricondurre l’origine di questo tipo di disturbo non è ancora nota, ma come per molti altri disturbi, è probabile che l’eziologia sia da ricondurre a un’influenza reciproca di fattori biologici, psicologici e sociali. È possibile infatti che, nelle persone dipendenti dal sesso, vi sia una predisposizione genetica alla disregolazione emotiva, all’impulsività o alla ricerca di sensazioni forti, comune a molti tipi di dipendenze, unita alla predisposizione per altre caratteristiche comunemente associate alla dipendenza sessuale, come ansia, depressione, disturbi di personalità, difficoltà nel controllo degli impulsi possono essere problemi compresenti alla dipendenza sessuale. In particolar modo, le persone cui è stato diagnosticato un Disturbo Bipolare o un Disturbo Borderline di Personalità hanno probabilità molto maggiori di intraprendere comportamenti sessuali eccessivi o rischiosi. Grande importanza rivestono anche le caratteristiche dell’ambiente che circonda la persona, in particolar modo nelle prime fasi della crescita, tra le quali, ad esempio, l’abuso o l’esposizione precoce a contenuti di tipo sessuale, che può contribuire allo sviluppo di alcuni dei tratti responsabili del comportamento ipersessuale. La sensazione di essere respinti o rifiutati dal proprio gruppo sociale di appartenenza, in particolar modo dai primi partner sessuali, può portare a ricercare altre modalità, meno sane, di gratificazione sessuale.
Per i soggetti che soffrono di dipendenza sessuale è stata dimostrata l’efficacia di programmi di trattamento integrato che includono la terapia di gruppo, la psicoterapia individuale (preferibilmente di tipo cognitivo-comportamentale) e quella farmacologica. Le terapie di gruppo sono utili ad alleviare i sensi di colpa, di segretezza, di stigmatizzazione che sono connessi alle condotte ipersessuali, inoltre forniscono un mutuo sostegno importante per la motivazione a perseguire le mete terapeutiche. La psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale rimane l’intervento più strutturato e, attualmente, quello in grado di offrire maggiori potenzialità per il trattamento delle dipendenze sessuali. Il trattamento psicofarmacologico, in alcuni casi, può venire utilmente associato agli interventi psicoterapeutici con l’obiettivo di ridurre la sintomatologia ansiosa associata alla sospensione dei comportamenti disfunzionali e l’ideazione ossessiva ad essi associata.
Letture consigliate:
Tonino Cantelmi & Emiliano Lambiase, Schiavi del Sesso, Edizioni Alpes
Filmografia consigliata:
Solitary Man (2009)
Shame (2011)
Nymphomaniac (2013)